Catanzaro e famiglie “bloccate” senza percepire ADI in data prevista


Un fulmine a ciel sereno si abbatte anche sulle famiglie che puntualmente sapevano di ricevere il sostegno ADI come previsto dallo Stato su tutto il territorio nazionale.

Eppure la procedura sorprende il cittadino che di consueto attendeva l’accredito su relativa carta per adempiere a pagamenti di canone affitto mensile e ogni fabbisogno riguardante il proprio nucleo familiare, considerevolmente, prioritario sul minore in casa e spese “mediche” anche urgenti.

La preoccupante “tuttologia” politica dei nostri tempi ha invaso anche la “dignità” di cittadini sballottati tra telefonia e uffici del territorio, scalfita da questi poco addetti e responsabili che hanno mal deciso di interrompere l’erogazione “ordinaria” causa: BLOCCO PER ACCERTAMENTI!

Questo è il pessimo “ricatto” sulla pelle di chi già subisce il disagio della disoccupazione, ma a chi importa di gente inerme e così indotta a seguire procedure “obbligate” non per un lavoro, ma per doversi prestare a corsi di orientamento e formazione verso quel domani che sempre più al collasso.

Agli organi competenti la necessaria “ispezione” ministeriale emersa da questa intollerabile “bordata” amministrativa in salsa “regionale”, respinta in massa ed anche da operatori Caf, Politiche Sociali, Inps e Ufficio del Lavoro subordinati a questa sussultoria iniziativa, così sopraggiunta senza il minimo preavviso.

L’Assegno di Inclusione mensile (ADI), per una famiglia di 3 componenti con un minore a carico, fornisce un “tipico” sostegno di soli 850,00 euro, come soluzione asservita ad ogni tipo di necessità e senza aggiunte o parziale lavoro in uno Stato dell’Unione Europea che, si spera, intervenga per monitorare ad ampio raggio i propri finanziamenti.

Catanzaro capoluogo di Regione continua a spopolarsi, manca il lavoro, la visione di uno sviluppo realmente edificante per la famiglia lesa da un sostegno di sopravvivenza in “blocco” carta ADI, solo per sentirsi dire che da beneficiari bisogna prima essere “inseriti” in dispositivi di “sola” formazione e ancora senza lavoro!

John Nistico