Ecco perché un meridionale non può votare SI il 4 dicembre


comitato-no-2È spiazzante leggere di endorsements di sindaci e amministratori del territorio schierati, a mio parare a cuor leggero, in favore del Sì al Referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. 

Adducendo spesso come unica motivazione la necessità di cambiamento, quasi come se farlo in peggio fosse accettabile, si tende a trascurare una chiave di lettura interessante e probabilmente poco dibattuta, che apre gli occhi riguardo l’eventualità, in caso di vittoria del Sì, del discriminatorio trattamento che si avrebbe nei confronti dei cittadini del Sud Italia rispetto agli equivalenti settentrionali.

La riforma tra le altre cose prevede infatti che una serie di materie passino in via esclusiva dalle Regioni allo Stato, registrando il netto ridimensionamento complessivo del ruolo legislativo regionale. Nel testo è presente un tecnicismo che potrebbe favorire condizioni particolarmente selettive, attuando quello che l’associazione Unione Mediterranea definisce “regionalismo differenziato discriminante”.

Specificando meglio, l’articolo 116 della riforma Boschi-Renzi prevede che solo le Regioni in equilibrio di bilancio tra entrate e uscite potranno chiedere maggiore autonomia legislativa su diverse materie delicate e strategiche per il proprio futuro. Questo cavillo per nulla trascurabile si esplica in una maggiore autonomia delle sole Regioni “virtuose” su temi importanti quali la giustizia di pace, le politiche sociali, l’istruzione, l’ordinamento scolastico, la tutela del lavoro, la tutela dei beni culturali, l’ambiente-ecosistema e il turismo.

Con questa pessima e pasticciata riforma dunque solo le ricche Regioni del Nord potranno opporsi ad esempio a un eventuale stoccaggio di rifiuti radioattivi nel proprio territorio, la Calabria NO; solo le Regioni del Nord potranno promuovere il turismo come meglio credono, la Calabria NO; solo le Regioni del Nord potranno scegliere da sole le migliori strategie per promuovere i beni culturali, la Calabria, come al solito, NO.

Se non dovesse prevalere il NO al quesito referendario proposto, solo le Regioni del Sud perderebbero gran parte della propria sovranità, ecco perché un meridionale non può votare Sì!

Ma a far saltare il piano di un Governo che appare sempre meno adeguato a gestire il delicato momento storico possono essere proprio le Regioni del Sud, bloccando una riforma che mira ad accrescere solo una parte del Paese. Siamo artefici del nostro destino.

Il Comitato “Basso Jonio per il NO” terrà domani un incontro per spiegare le proprie ragioni, avvalendosi dei preziosi contributi del Prof. Nunzio Raimondi e del Prof. Andrea Lollo. Ad introdurre sarà il coordinatore del comitato, Dott. Roberto Totino.

Vi aspettiamo alle 17:00 presso la sala consiliare della delegazione municipale di Montepaone lido, in piazza San Francesco di Paola!

Giuseppe Pellegrino
Comitato Basso Jonio per il NOlocandina-dibattito-montepaone


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