Film di mafia a Soverato: spero non sia vero


Corre voce che gireranno a Soverato un film di mafia, o qualcosa del genere. Spero non sia vero, ma se lo fosse, invito tutta la popolazione a una ferma protesta, non escluso il boicottaggio attivo: il regista, lo sceneggiatore, e fino all’ultimo manovale, devono trovare chiusi i ristoranti, i tabacchini, i negozi di panini… Ve lo immaginate? Ma si sbracheranno tutti, in preda a una vampa di provincialismo. Mi pare di leggere i titoloni sui giornali: “Soverato, la Hollywood della Calabria!”

Lo gireranno, eccome: e tutta Italia saprà che Soverato è un paese di mafia, con pizzo e tangenti e omicidi e capre scannate e riunioni segrete sul Lungomare… Don Ciotti sarà contentissimo, e verrà alla prima, spesato. I turisti paganti, spaventati, non verranno più.

Cavolo boia, ci stiamo spaccando la schiena (gratis) a risollevare l’immagine della città, mostrandone i quattro millenni di storia, la Pietà e le altre opere d’arte; e i servizi; e la cultura, il teatro… E tutto questo se ne andrà dove non dico, e tutta Italia penserà che Soverato è un paese di morti ammazzati in mezzo alla strada, e di facce patibolari con cicatrici, e il tutto in incomprensibile dialetto con sottotitoli in inglese: Corktown.

Quanti bei film si potrebbero girare a Corktown… in italiano, Soverato! Commedie estive, intensi drammi umani in tutte le quattro stagioni, vicende storiche, cronache quotidiane di ragazzi di scuola, comiche… o tutte queste cose assieme, come in ogni luogo del mondo in tutti i tempi dell’umanità, Atene Firenze Fontanasecca che siano.

E invece, in Calabria, c’è un solo modo per far goal a porta vuota e farsi pagare: la mafia. Fosse quella vera, di un tempo, con l’alone di epica (andres agathòi) e di tragedia… Come il Padrino. O in versione satirica, come pure hanno fatto in America. Macché, roba pesante e senza dialoghi e senza passioni e senza contraddizioni… Colore scuro, per coprire la povertà di fantasia e la scarsa abilità recitativa dei raccomandatissimi attori. Premio garantito!

Spettatori paganti, meno che zero: ma tanto i soldini sono arrivati per altra via.
E magari, nel film, l’unico che sul serio vorrebbe combattere la mafia sbattendone un migliaio in gattabuia, lo ammazzano subito, e gli intitolano una via.

Come avrete notato “lo ammazzano subito, e gli intitolano una via” sono due voci verbali con lo stesso soggetto sottinteso: ovvero, qualche assassino di mestiere (ma i giornali diranno “killer”) spara, e i mandanti tengono subito un convegno antimafia segue cena. E che cena! L’assassino, o killer che dir si voglia, intanto è in pilone di costruenda (tra cent’anni) strada: i cementificati, si sa, non parlano, e non fanno nomi di avvocati, ingegneri, politici…

Ma nel film non vedremo certo i complici in giacca e cravatta, tutti superlaureati, tutti nobbbbbili o nobbbbbilitati, tutti incensurati. Vedremo la mamma in abito nero, la zia in abito nero, la nonna in abito nero… Riprenderanno una catapecchia di un posto qualsiasi d’Europa, e la spacceranno per casa di Soverato.

Qualcuno dirà che sto immaginando. E no, ragazzi. È stato girato un film su un certo don Scordio prete antimafia; poi lo hanno (presunto) sgamato che si mangiava i soldi dei cosiddetti migranti, cui dava da mangiare, cito alla lettera, “come nemmeno ai maiali”; complice il tizio della Misericordia, stavolta non presunto ma già con 18 anni di galera. Il sant’uomo è agli arresti domiciliari non so dove.
Ragazzi, si legge nel Vangelo: Non chi grida Signore Signore entrerà nel Regno dei cieli!!!
Vedete quante ottime ragioni per boicottare, se ci sarà, questo film? E invece aspettatevi RAI Calabria: “Il cinema mondiale parla soveratese!”

Ulderico Nisticò