Non c’è pace tra gli ulivi: La vicenda dei circa 7.000 tirocinanti calabresi


Riceviamo e pubblichiamo:
Vieni Vieni Vieni da Aiazzone…” potrebbe essere lo slogan pre-elettorale offerto dal Centro-Destra (come visibile dai numerosi articoli delle varie testate giornalistiche) ai circa 7.000 tirocinanti calabresi che prestano annosamente servizio presso Enti Pubblici e Privati e presso Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact) in vista delle prossime elezioni regionali.

Il motivo del contendere è la presentazione alla Camera di due emendamenti che nonostante facciano riferimento ai circa 7.000 tirocinanti calabresi, non sono affatto risolutivi della vertenza di queste madri e questi padri di famiglia che da anni con lo status di “tirocinante” prestano servizio in qualità di veri e propri dipendenti pubblici ma senza alcun diritto spettante a qualsiasi lavoratore in termini contributivi e previdenziali.

Gli emendamenti prevedono lo stanziamento di 10 milioni per una ulteriore proroga dei tirocinanti degli Enti Pubblici e Privati e una procedura concorsuale da bandire e rimessa al Formez per una eventuale contrattualizzazione a tempo determinato per i tirocinanti Ministeriali.

Pertanto come direbbe William Shakespeare “Molto rumore per nulla”. In questo scenario “fantapolitico” i protagonisti, in negativo, sono sempre i circa 7.000 tirocinanti calabresi che in questi giorni si sono resi protagonisti di svariate manifestazioni di protesta coadiuvati dal sindacato USB, in cui chiedevano a gran voce dignità al lavoro e una regolarizzazione della loro annosa e precaria condizione lavorativa (a fronte di una proposta iniziale di contrattualizzazione per l’intera categoria a 18 ore). Ma allo stato attuale visti gli esiti, si è trattato come sempre di promesse “elettorali” disattese. Seguiranno aggiornamenti.